Storia dell'Istituto di Psicologia

L’Istituto di Psicologia del CNR fu creato nel 1950, sulla base della trasformazione di un preesistente Centro per lo Studio della Psicologia che si occupava quasi esclusivamente di test psicologici per le Forze Armate. La maggior parte degli studi portati avanti nell’Istituto riguardavano la psicologia sperimentale e i test di intelligenza o di personalità, e solo alla fine degli anni ’60 la ricerca di base cominciò ad affrontare i temi della psicofisiologia, dell’ergonomia e della linguistica.
 

Negli anni ’70, sotto la direzione di Raffaello Misiti (1969-1986), il personale impegnato nella ricerca raddoppiò, le attività più applicative (come il testing per l’esercito) furono messe da parte, fu incentivato l’impegno nella ricerca di base – a partire dalla linguistica – e furono aperte nuove direzioni di ricerca, come lo sviluppo delle attività cognitive e del linguaggio e la psicologia comparata. Negli stessi anni l’Istituto portò avanti studi innovativi in molte aree di rilevanza sociale, come l’educazione, il trattamento delle patologie psichiatriche, la relazione uomo-ambiente, la condizione del lavoro e l’information technology.

La natura interdisciplinare dell’Istituto fu ufficialmente riconosciuta posizionandolo sotto il controllo di ben tre dei Comitati di Consulenza del CNR: “Scienze storiche, filosofiche e filologiche”, “Economia, Sociologia e Statistica”, “Scienze Biologiche e Mediche”. Per molti anni, l’Istituto di Psicologia sarebbe rimasto l’unica istituzione del CNR a godere di un simile status.

Mentre l’Istituto continuava a produrre importanti risultati di ricerca in campi di rilevanza sociale, in particolare interventi educativi per la prima infanzia e psicologia della salute, nelle due decadi successive emersero nuovi interessi specifici. Nel 1984 il gruppo di psicologia comparata inaugurò presso lo zoo di Roma (ora Bioparco) un laboratorio che ospitava un gruppo sociale di cebi dai cornetti (all’epoca Cebus apella, oggi Sapajus sp.); gli studi linguistici presero diverse direzioni: primi stadi di sviluppo della capacità linguistiche, neuropsicologia del linguaggio (con studio del comportamento in condizioni normali e patologiche), studio della lingua dei segni utilizzata dai sordi (dal 1988 una unità dell’Istituto è ospitata dall’Istituto dei sordomuti – ora ISSR – in via Nomentana); gli studi di psicologia ambientale si focalizzarono sugli edifici urbani.

La ricerca sui temi dell’information technology, in particolare sotto la direzione di Domenico Parisi (1987-1995), divenne sempre più rilevante: dalle metodologie computazionali nello studio del linguaggio alle nuove tecnologie; dall’intelligenza artificiale alla simulazione su computer, alle reti neurali artificiali, alla vita artificiale e alla robotica.

L’orientamento interdisciplinare, che consentì all’Istituto di svolgere un ruolo pionieristico in un gran numero di campi di ricerca che successivamente sarebbero stati ripresi nell’insegnamento e nella ricerca accademici, fu sostenuto e favorito anche dai successivi direttori, Sebastiano Bagnara (1995-1998) e Virginia Volterra (1998-2002). Inoltre, sotto la direzione di Virginia Volterra il ruolo dell’Istituto come forza trainante si consolidò, e un gran numero di studenti di dottorato ebbe l’opportunità di realizzare la propria tesi sotto la guida di ricercatori dell’IP.

Alla fine degli anni ’90 le aree di indagine su cui l’Istituto di Psicologia era impegnato andavano dallo studio dei sistemi cognitivi multiagente alla qualità dei servizi per l’infanzia; dal counselling genetico allo studio dei processi sintattici e lessicali; dalle prospettive della Vita Artificiale allo sviluppo del linguaggio, fino allo studio dello sviluppo delle capacità cognitive nei primati non umani. L’orientamento interdisciplinare, che aveva consentito all’Istituto di Psicologia di svolgere un ruolo pionieristico in molti campi, era più evidente che mai, e l’etichetta della Psicologia era diventata ormai troppo angusta per un insieme di temi di ricerca così ricco ed eterogeneo. Quindi il processo di riforma del CNR fu l’occasione propizia per sancire, nel 2001, la fine dell’Istituto di Psicologia e la nascita dell’Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione.