Introduzione al “Primo Vocabolario del Bambino” (versione italiana del MacArthur-Bates CDI)

Premessa

I bambini imparano a comunicare in tempi straordinariamente rapidi, prima con lo sguardo, le azioni, i gesti, poi, progressivamente, si appropriano di uno strumento ben più complesso e sofisticato che è il linguaggio, o meglio, la lingua parlata nell’ambiente che li circonda. La comunicazione e il linguaggio sono aspetti evolutivi importanti di cui tener conto sia per la programmazione di interventi educativi, sia per l’individuazione di bambini a rischio o con problemi.

Ma come valutare le prime fasi di questo sviluppo? Come raccogliere dati attendibili con un bambino di uno-due anni che sta appena iniziando a comunicare nel suo ambiente familiare e che si ritrae o ha paura in contesti nuovi ed estranei? Come interpretare le capacità comunicative e linguistiche di un bambino rispetto a quelle di coetanei che possono essere considerati la “norma”?

A queste esigenze vuole rispondere il questionario “Il primo vocabolario del bambino”, adattamento italiano del MacArthur-Bates CDI (Communicative Developmental Inventory). Il questionario si presenta rapido e maneggevole, adeguato a raccogliere dati per la valutazione della comunicazione e del linguaggio nei primi anni di vita o in bambini che, per diversi quadri clinici, si trovino in una fase di sviluppo inferiore a quella corrispondente alla loro età cronologica.

I questionari MacArthur-Bates CDI sono molto usati per la valutazione di bambini con sospetto di ritardo e/o disturbo del linguaggio. Negli ultimi anni sono stati sviluppati e adattati in diverse lingue come inglese, spagnolo, svedese, finnico, giapponese, Lingua dei Segni Americana (ASL); nell’ambito della ricerca questo ha già consentito di condurre studi in chiave crosslinguistica allo scopo di far emergere somiglianze e differenze nello sviluppo delle competenze lessicali e morfosintattiche legate alle caratteristiche specifiche delle diverse lingue cui i bambini sono esposti.

Presentazione dei questionari

Lo scopo del questionario “Il Primo vocabolario del Bambino” è quello di raccogliere informazioni sul corso dello sviluppo comunicativo e linguistico del bambino, partendo dai primi segnali non verbali, attraverso l’espansione del vocabolario, fino all’emergere della grammatica e delle prime combinazioni di parole.

Dati i forti cambiamenti che si verificano tra il primo e il terzo anno di età, è stato necessario formulare due schede: “Gesti e Parole”, per bambini tra gli 8 e i 17 mesi, “Parole e Frasi”, per quelli tra i 18 e i 30 mesi. Entrambe comprendono, nell’ultima pagina, una stessa scheda informativa per la raccolta di informazioni relative alla storia del bambino e dei genitori.

Il campione normativo della scheda “Gesti e Parole” è formato da 315 bambini italiani di età compresa tra 8 e 17 mesi (Caselli e Casadio, 1995).

Il campione normativo della scheda “Parole e Frasi” è formato da 386 bambini italiani di età compresa tra 18 e 30 mesi (Caselli e Casadio, 1995).

Gesti e Parole

Questa scheda è utilizzata per raccogliere informazioni relative a bambini normali tra gli 8 e i 17 mesi.

La parte I comprende due sezioni, A e B. La prima contiene tre domande atte a determinare se il bambino mostri i primi segnali di comprensione “globale” del linguaggio parlato. La seconda sezione contiene una lista di 28 frasi, comunemente usate nel rivolgersi ai bambini piccoli, di cui si indaga sempre la comprensione.

La parte II comprende le sezioni C e D. La prima contiene due domande: una relativa alla frequenza con cui il bambino produce parole su imitazione, la seconda relativa alla frequenza con cui usa le prime denominazioni.

La sezione D include una lista di vocabolario comprendente 408 parole, ripartite all’interno di 19 categorie semantiche. Quindici di queste categorie sono costituite da parole di contenuto, nomi e predicati (Suoni e voci della natura, Animali, Veicoli, Cibo e bevande, Abbigliamento, Parti del corpo, Mobili e stanze, Oggetti di uso familiare, All’aperto, Persone, Routines, Verbi, Aggettivi e qualità, Avverbi). Le restanti quattro categorie riguardano invece Pronomi, Interrogativi, Preposizioni, Articoli e quantificatori.

Ad ogni voce corrispondono due colonne: la prima per segnalare la comprensione (Capisce), la seconda per la produzione (Dice).

La parte III della scheda, “Azioni e Gesti”, raccoglie informazioni relative a forme di comunicazione veicolate attraverso una modalità non verbale. I 63 gesti presenti nella lista sono distribuiti all’interno di 5 categorie. Le voci della Sezione A (Primi gesti comunicativi) indagano la comparsa della comunicazione intenzionale. In essa sono inclusi i gesti deittici (DARE, MOSTRARE, INDICARE e RICHIEDERE) ed altri gesti comunicativi convenzionali, che potremmo chiamare regolatori sociali, quali ad esempio, lo scuotere la testa per esprimere un “NO” o lo stendere le braccia in alto quale richiesta per essere preso in braccio.

La Sezione B (Giochi e routines) contiene gesti che svolgono un ruolo importante nello sviluppo comunicativo, poiché sono alla base dei primi scambi interattivi sociali. I gesti contenuti nelle Sezioni A e B sono tipicamente osservabili, nella maggior parte dei bambini, già prima del compimento del primo anno di vita.

Le Sezioni C (Azioni con oggetti), D (Facendo finta di essere la mamma o il papà) ed E (Imitando le azioni dell’adulto) raccolgono informazioni relative al livello di conoscenza raggiunto dal bambino sul mondo degli oggetti, sull’uso delle cose e sulla capacità di imitare azioni di altri.

Le azioni riportate nella Sezione C ed E riguardano l’uso appropriato di oggetti.

I gesti della Sezione D presuppongono la capacità di trasferire su oggetti (bambole e pupazzi) azioni rappresentative di quelle reali.

La Sezione F (Giocare a far finta con degli oggetti), indaga la capacità del bambino di mettere in atto delle sostituzioni simboliche durante il gioco (ad es. facendo finta che un bastoncino sia un cucchiaio e che dei sassi siano del cibo). L’abilità di trasformare simbolicamente un oggetto in un altro è spesso considerata “l’essenza della finzione” e dunque un indice significativo della competenza simbolica.

Proprio per il carattere fortemente individuale del tipo di giochi prodotti dai bambini, non abbiamo ritenuto significativo cercare di farne una lista; abbiamo invece preferito chiedere ai genitori stessi di segnalarne alcuni, anche per accertare che le loro risposte fossero realmente adeguate alla richiesta.

Parole e Frasi

Questa scheda è utilizzata per raccogliere informazioni relative a bambini normali da 18 a 30 mesi ed è suddivisa in tre parti.

La Parte I comprende una lista di vocabolario di 670 parole. Esse sono distribuite all’interno di 23 categorie, che includono tutte quelle presenti nella scheda “Gesti e Parole”, e di cui i genitori devono segnalare solo la produzione. Sedici di queste categorie comprendono parole di contenuto, nomi e predicati (Suoni e voci della natura, Animali, Veicoli, Cibo e bevande, Abbigliamento, Parti del corpo, Oggetti di uso familiare, Mobili e stanze e oggetti della casa, All’aperto, Posti dove andare, Persone, Routines, Verbi, Aggettivi e qualità, Avverbi-Espressioni di tempo). Le restanti categorie riguardano invece Pronomi, Interrogativi, Preposizioni, Articoli e quantificatori, Verbi ausiliari e modali, Congiunzioni, Avverbi-Espressioni di luogo e quantità. Le categorie Posti dove andare, Verbi ausiliari e modali, Congiunzioni, Avverbi-Espressioni di luogo, non sono contenute nella scheda “Gesti e Parole”, precedentemente descritta.

La lista di vocabolario è seguita da 6 domande circa la frequenza con cui il bambino comprende o si riferisce ad oggetti ed eventi del passato, del futuro o comunque non presenti nell’immediato contesto.

La Parte II “Come i bambini usano la grammatica” indaga la capacità di usare aspetti di morfologia quali il singolare o il plurale dei nomi (biscotto-biscotti), le flessioni di genere e numero degli aggettivi (piccolo, piccola, piccoli, piccole) e la coniugazione verbale nelle persone singolari e plurali (mangio-mangi-mangia-mangiamo…).

La Parte III “Come i bambini usano le frasi” è introdotta dalla domanda: “Il vostro bambino ha già iniziato a formare frasi di più parole?”. Se il genitore risponde “Non ancora”, non procede oltre nella compilazione del questionario; se invece la risposta è affermativa, deve riportare 3 esempi delle frasi più lunghe prodotte dal bambino. Come per la parte relativa agli esempi del gioco di far finta della scheda “Gesti e Parole”, anche in questo caso le frasi riportate dai genitori si prestano ad una lettura qualitativa delle abilità del bambino.

Nella sezione denominata “Complessità”, il questionario fornisce una serie di esempi in cui ogni frase è rappresentata in due versioni: la prima senza funtori (stile telegrafico) e/o di predicato e/o di un argomento necessario (frase incompleta), la seconda completa dal punto di vista morfosintattico (ad esempio: Medicina no/Non voglio la medicina). Tali esempi vengono forniti per guidare il genitore al riconoscimento delle frasi più simili a quelle prodotte dal proprio bambino. Le frasi sono inoltre presentate in base alla loro complessità da un punto di vista sintattico.

La lista comprende infatti:

  • frasi nucleari (dalla n. 1 alla n. 10 compresa), formate cioé da un predicato e dai suoi argomenti necessari. Il numero di argomenti necessari a un predicato varia da 1 a 3 ed è strettamente collegato al significato del predicato stesso. Sono così rappresentate frasi ad 1 argomento (ad es. La pappa scotta), a 2 argomenti (ad es. Io mangio la pappa) e a 3 argomenti (ad es. Do la caramella alla bimba);
  • frasi complesse (dalla n. 11 alla n. 19 compresa), in cui la struttura nucleare si amplia con l’aggiunta di avverbiali (ad es. Scrivo con la penna) o con frasi inserite (ad es. Papà ha detto che non si mangia la caramella);
  • frasi binucleari (dalla n. 20 alla n. 37 compresa), in cui uno stesso enunciato è formato da due o più frasi collegate fra loro da un rapporto di coordinazione (ad es. Mi metto le scarpe e dopo vado via) oppure da un rapporto di subordinazione (ad es. Il bimbo piange perché è caduto).

La sezione “Modi di esprimersi”, in maniera del tutto analoga alla precedente, presenta una serie di esempi, questa volta per l’eventuale uso, da parte del bambino, dei pronomi piuttosto che dei nomi comuni e di quelli propri (Lui dorme / Bau bau dorme).

Modalità di somministrazione e di compilazione

Per garantire che le informazioni fornite dai genitori siano il più possibile affidabili, il momento della consegna del questionario dovrebbe essere un’occasione per leggerlo insieme e spiegarlo brevemente.

È importante richiedere alla famiglia di osservare per qualche giorno i comportamenti del proprio bambino, prima di procedere a compilare lo stampato.

Infatti i genitori non sono abituati a prestare una specifica attenzione ad alcune forme comunicative del loro figlio: ci riferiamo ad esempio ai segnali non verbali o alla comprensione delle singole parole.

Inoltre alcuni aspetti del linguaggio risultano difficili da individuare per un “non addetto ai lavori”; si considerino ad esempio la capacità di accordo tra nome ed aggettivo, l’uso di frasi complete da un punto di vista morfologico, e così via.

Infine, poiché i progressi evolutivi in età così precoci si verificano spesso in modo repentino, è necessario chiedere ai genitori di non impiegare più di una settimana tra l’inizio e il termine della compilazione delle schede, per fornire un profilo coerente del bambino rispetto alla sua fase di sviluppo.

Al momento della restituzione, sarà opportuno, ove possibile, rivedere insieme al genitore il questionario per verificare che esso sia stato adeguatamente compilato in tutte le sue parti. Questo è necessario soprattutto quando il livello socio-culturale della famiglia è basso o quando questa vive una situazione particolare di tensione o di stress dovuta, ad esempio, alla recente scoperta di un deficit o di un problema del figlio.

Il tempo medio di compilazione dei questionari può variare dai 20 ai 40 minuti, a seconda del livello comunicativo e dell’età del bambino.

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