Il linguaggio dei segni e' universale?

Italiano
Question Title: 
Il linguaggio dei segni e' <font size="32">universale?</font>
Short answer: 

Le persone sorde non comunicano semplicemente con i gesti: usano un linguaggio complesso con una grammatica altrettanto complessa, che può esprimere ogni genere di concetto, da quelli concreti a quelli altamente astratti. Per questo il linguaggio dei segni non è universale: ogni comunità di sordi ha la sua lingua, radicata nella cultura in cui si è sviluppata. All'ISTC la Sign Language and Deaf Studies Research Unit (SLDS), all'interno del Language and Communication Across Modalities Laboratory (LaCAM), ha una tradizione molto lunga nello studio del linguaggio dei segni, in particolare della Lingua dei Segni Italiana (LIS). 

Extended answer: 

Le lingue dei segni sono esattamente come le lingue parlate: hanno una grammatica, una sintassi, delle regole e dei vincoli, e non sono basate sulla lingua parlata nel paese cui appartengono. La Sign Language and Deaf Studies Research Unit ha fornito la prima descrizione degli aspetti fonologici, lessicali e grammaticali della Lingua dei Segni Italiana.

Oggi un tema di ricerca centrale è infatti lo studio delle peculiarità delle lingue dei segni rispetto alle lingue parlate. In questo contesto, seguendo il modello semiologico sviluppato dal ricercatore francese Christian Cuxac, il gruppo SLDS studia le strutture utilizzate nella Lingua dei Segni Italiana per descrivere eventi, oggetti, concetti. Molto importante è la componente "faccia-a-faccia", che ha conferito una certa iconicità ad alcuni segni della LIS: ad esempio il segno "tavolo" è eseguito a mano aperta, con un movimento che sembra indicarne la superficie. Questo avviene in generale in tutte le lingue dei segni, perché manca un adeguato sistema di scrittura che traduca i segni in simboli. Probabilmente è proprio la mancanza di una lingua scritta completa che spesso impedisce ai sordi di imparare a scrivere correttamente.

Per questo, a partire dal 2005, il gruppo SLDS ha iniziato a sperimentare l'uso di una lingua dei segni scritta, in modo da comporre testi in LIS e trascrivere i dialoghi tra segnanti ripresi in vari video. Questi esperimenti mostrano che i testi scritti in LIS facilitano un confronto con i testi scritti in italiano, favorendone così anche l'apprendimento. 

Contatto: Paolo Rossini

Gruppo ISTC: Language and Communication Across Modalities Laboratory

Pubblicazioni attinenti

 Antinoro Pizzuto, E, Pietrandrea, P., Simone, R. (eds.) (2007), Verbal and Signed Languages: comparing structures, constructs and methodologies. Berlino: Mouton De Gruyter.

Antinoro Pizzuto, E., Chiari, I. & Rossini, P. (2008). The representation issue and its multifaceted aspects in constructing sign Language corpora: questions, answers, further problems. In O. Crasborn, E. Efthimiou, T. Hanke, E.D. Thountenhoofd & I. Zwitserlood (eds.), Proceedings of the 3rd Workshop on the Representation and Processing of Sign Languages: Construction and Exploitation of Sign Language Corpora, LREC 2008, Marrakech, May 27-June 1, 2008, pp. 150-158.

Cuxac, C. & Antinoro Pizzuto, E. (2010). Emergence, norme et variation dans les langues des signes : vers une redéfinition notionnelle. Langage et Societé (numero sur les Langues des Signes cordonné par B. Garcia et M. Derycke),131 : 37-52.

Wilcox, S., Rossini, P. & Antinoro Pizzuto, E. (2010) Grammaticalization in Sign Languages. In D. Brentari (ed.), Sign Languages – A Cambridge Survey. Cambridge, Cambridge University Press (pp. 332-354).

Russo Cardona T. e Volterra V. (2007). Le lingue dei segni. Storia e semiotica. Roma: Carocci. 

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