Il modo in cui i bambini interagiscono col mondo esterno sta rapidamente cambiando. Quanto ne verrà influenzato il processo di apprendimento? La scuola dovrebbe adattarsi ai cambiamenti tecnologici o mantenere il suo ruolo tradizionale nella società? La risposta dello scienziato cognitivo Domenico Parisi.
Le scuole e in generale le istituzioni educative sono quanto di più conservatore esiste nella società. La società cambia rapidamente, ma le scuole e il modo in cui i ragazzi imparano a scuola sono rimasti gli stessi per secoli. Per questo molte persone pensano che il concetto di scuola, così come l'abbiamo concepito fino ad ora, sia arrivato alla fine.
Il più importante cambiamento sociale degli ultimi anni è stato la comparsa delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione digitale: effetti grafici, animazioni, comunicazione interattiva, simulazioni, giochi per computer, Internet, realtà virtuale. Queste tecnologie, e in particolare le simulazioni, ci permettono di imparare non tramite la lettura o l'ascolto, ma vedendo e facendo. Modificando, ad esempio, i parametri di una simulazione e osservandone i risultati, in modo da comprendere il processo e osservare le conseguenze pratiche. Gli studenti di oggi, prima ancora di arrivare sui banchi, hanno avuto modo di interagire a fondo con la tecnologia, e questo ha cambiato il loro modo di comunicare, di raccogliere informazioni, persino di pensare. Come può accogliere questi studenti un sistema scolastico che di tutto ciò non sa nulla?
Le scuole sono chiuse alle nuove tecnologie perché comporterebbero una modifica radicale dell'intero sistema educativo. Eppure andare incontro a questa trasformazione significherebbe ridurre la distanza, oggi così ampia, tra i "nativi digitali" e la scuola, a beneficio dello stesso sviluppo tecnologico. Ecco perché solo la tecnologia può salvare le nostre scuole.
Domenico Parisi è stato Direttore dell ISTC dal 1987 al 1995. I suoi principali interessi di ricerca sono lo sviluppo di modelli simulativi di comportamenti individuali e sociali attraverso reti neurali, e la loro applicazione ai campi dell'educazione, dell'intrattenimento e della divulgazione.
Contatto: Domenico Parisi