Balbuzie e coarticolazione

La coarticolazione, intesa genericamente come l'influenza di un fono su un altro, nei soggetti balbuzienti è stata oggetto di numerosi studi: nel nostro, siamo partiti dalla considerazione che alcune ricerche sulla balbuzie suggeriscono che la coarticolazione nel parlato percettivamente fluente dei balbuzienti può essere diversa da quella riportata per i non balbuzienti (minor coarticolazione negli adulti, cfr. Robb & Blomgren, 1997, ma maggior coarticolazione dei bambini di età prescolare, cfr. Subramanian et al., 2003).
Esiste poi un altro filone di studi fonetici sulla balbuzie che si sofferma sulle influenze prosodiche nel linguaggio dei balbuzienti, che mostrano come essi siano effettivamente in grado di realizzare le differenze prosodiche tra parole focalizzate e non focalizzate, ma aumentano la frequenza delle disfluenze sulle parole in focus (vedi per es. Bergmann, 1986; Marchiori et al., 2005).
Questo lavoro prende le mosse dagli studi di Zmarich e Marchiori (2005) e Marchiori et al. (2005). In Zmarich e Marchiori (2005), per quanto riguarda la coarticolazione, le analisi su tutte le sillabe toniche (indipendentemente dalla posizione della sillaba nella parola) mostravano che i balbuzienti, rispetto ai non balbuzienti, coarticolavano di più le sillabe sotto condizione di "focus ampio" e "non in focus", ma di meno quelle in condizione di "focus ristretto".
Con il presente studio, al contrario, ci siamo proposti di determinare il grado di coarticolazione anticipatoria di V su C solo sulla prima sillaba della parola, pronunciata in modo percettivamente fluente, in due contesti prosodici che favoriscono opposti livelli di coarticolazione, minimo per le sillabe non accentate e non in focus, e massimo per le sillabe accentate in focus ristretto (Zmarich, Avesani e Marchiori, 2006). I risultati evidenziano come, in condizioni massimamente critiche per il balbuziente (richiesta per un grado minimo di coarticolazione, e grado massimo di suscettibilità alle disfluenze, Marchiori et al. 2005), i parlanti balbuzienti esibiscono un livello di coarticolazione significativamente maggiore rispetto a quello dei parlanti non balbuzienti. Questi risultati confermano lo studio di Subramanian et al. (2003), che esaminarono le transizioni di F2 nel parlato percettivamente fluente di bambini prescolari registrati subito dopo l'inizio della balbuzie.
Abbiamo inoltre analizzato le ripetizioni di sillaba nelle proposizioni disfluenti del soggetto (B) che produceva più disfluenze rispetto agli altri (54 parole disfluenti in totale). Abbiamo quindi misurato con la tecnica del Locus of Equation i valori di F2 al rilascio di C e al centro di V nella sillaba ripetuta immediatamente prima della sua produzione fluente (sillaba target), e abbiamo analizzato allo stesso modo anche la sillaba target e la seconda sillaba: essi appaiono piuttosto bassi, segnalando una scarsa coarticolazione. Ci sentiamo pertanto di affermare che l'alto grado di coarticolazione evidenziato dai quattro soggetti balbuzienti nella produzione fluente delle sillabe iniziali accentate in focus contrastivo possa attribuirsi a una strategia di reazione e compensazione che il soggetto balbuziente attua per tenere sotto controllo la propria balbuzie e riuscire fluente.

Tipo Pubblicazione: 
Contributo in atti di convegno
Author or Creator: 
Pisciotta Caterina°
Marchiori Massimiliano
Zmarich Claudio°
Publisher: 
EDK Editore, Torriana, ITA
Source: 
5° convegno nazionale dell'Associazione Italiana di Scienze della Voce (AISV), pp. 351–372, Zurigo (CH), 4-6 febbraio 2009
Date: 
2010
Resource Identifier: 
http://www.cnr.it/prodotto/i/140172
urn:isbn:978-88-6368-087-4
Language: 
Ita
ISTC Author: 
Ritratto di Claudio Zmarich
Real name: